La
maggior parte degli studiosi ritiene che lo sviluppo cognitivo sia in stretta
relazione con lo sviluppo fisico-motorio e con lo sviluppo affettivo e sociale
del bambino.
Ma
vi sono alcuni processi fondamentali che caratterizzano lo sviluppo cognitivo.
Jean
Piaget (1896-1980) ha evidenziato l’importanza delle strutture della mente, che
hanno un ruolo fondamentale per l’acquisizione di informazioni nel processo di
conoscenza della realtá.
Lo
sviluppo mentale del bambino è un continuo equilibrarsi, un passaggio da uno
stato di minor equilibrio ad uno superiore. Piaget considera lo sviluppo
mentale come una continua costruzione, in cui agiscono alcune funzioni costanti
(bisogno fisiologico, affettivo..) a delle strutture variabili, che si
modificano per raggiungere l’equilibrio.
Tali
strutture non sono innate, ad eccezione di alcuni riflessi e meccanismi
percettivi, ma si sviluppano con l’interazione con l’ambiente, in modo
progressivo, quindi è possibile distinguere diversi stadi di sviluppo.
Ad
ogni stadio compaiono nuove strutture che permettono l’acquisizione delle
conoscenze.
Ogni
azione corrisponde ad un bisogno.
Per
Piaget ci sono due meccanismi fondamentali per lo sviluppo: l’assimilazione e
l’accomodamento.
L’equilibrio
tra i due è detto adattamento.
Gli
stadi individuati da Piaget sono validi nella progressione, ma non sempre
corrispondono le etá da lui indicate.
Vygotskij
Il
principale esponente dell’approccio “storico-culturale” nato in Russia, era Lev
Vygotskij.
In
corso vi era la rivoluzione sovietica e lo studioso si occupò dei mutamenti
sociali in atto, in particolare di
tematiche relative all’istruzione, educazione, differenze nello sviluppo
cognitivo.
Secondo
l’approccio storico-culturale nello sviluppo dell’individuo contribuivano i
fattori storici, sociali e culturali.
Lo
sviluppo in questa prospettiva è l’esito delle attività e delle interazioni
sociali. Il contesto storico e culturale fornisce strumenti e segni (ad es. il
fuoco, la scrittura, le tecnologie) che facilitano il processo di sviluppo.
Lo
psicologo Jerome Bruner ha approfondito lo studio del funzionamento della mente
umana e si è posto in contrapposizione al comportamentismo.
Egli
ha diretto la sua attenzione verso i significati che gli individui
attribuiscono alla realtà.
Lo
psicologo si rifà alla teoria motivazionale, secondo cui l’interazione col
mondo esterno viene guidata principalmente dalle condizioni in cui si trova
l’organismo e dalle sue necessità o motivazioni.
Il
significato attribuito ad un determinato stimolo, ne influenza la percezione.