martedì 11 settembre 2018

ANTROPOLOGIA

L’antropologia studia il genere umano.
Le scienze che studiano il genere umano sono molte: la filosofia, la sociologia, la storia, la genetica, la demografia.
In cosa si distingue l’antropologia?
L’antropologia studia il genere umano dal punto di vista culturale.
Studia le sue idee e i comportamenti che sono caratteristici degli esseri umani che vivono in società fra loro, lontane nello spazio e nel tempo e diverse per tradizioni, costumi e stili di vita.
Lo scopo dell’antropologia non è solo di conoscere le differenze, ma anche lo studio delle somiglianze che esistono tra idee e comportamenti tipici di società diverse tra loro: quindi essa è un sapere comparativo.
Ma perché è nata l’antropologia?
Ogni popolo si è chiesto come sono fatti e cosa fanno le persone che vivono da un’altra parte.
Le prime tracce di inizio dell’antropologia si hanno intorno al Quattrocento e Cinquecento, durante l’Umanesimo, il Rinascimento e soprattutto dopo la scoperta dell’America (1492)
Gli intellettuali di quell’epoca guardavano la figura umana, come un essere capace di migliorarsi, di affinarsi.
Le grandi scoperte geografiche mostrarono terre lontane abitate da popoli di cui non sapeva niente nessuno.
E questi popoli erano molto diversi, per abitudini, costumi e credenze, dagli europei di allora.
La scoperta e la conquista del Nuovo Mondo allargarono enormemente gli orizzonti delle conoscenze e fecero nascere nuove domande.
Gli europei cominciarono a interrogarsi sulla natura di queste popolazioni, che erano definite barbare.
Si chiedevano se fossero come noi, se avessero un’anima, se fossero anche loro creature di Dio.
Molte erano le questioni discusse nella prima metà del Cinquecento da filosofi, giuristi e filosofi.

Nei tre secoli successivi i contatti degli europei con gli altri popoli si intensificarono.
Le descrizioni dei costumi e dei popoli lontani dall’Europa divennero sempre più numerose, ma non rientravano in un vero e proprio progetto scientifico, riconoscibile come antropologico.
Per parlare di scienza antropologica, si deve attendere gli effetti prodotti dell’Illuminismo (fine XVII-XVIII secolo).
L’Illuminismo fu un movimento intellettuale al quale parteciparono letterati e filosofi, artisti e scienziati.

Esso fu così chiamato alludendo ai “lumi” che la ragione umana poteva gettare su qualunque cosa.
Fu un movimento per il riconoscimento della dignità umana, fondato sull’idea che tutti gli esseri umani sono dotati di ragione, in favore della libera ricerca e della libertà d’espressione.
Nel corso del Settecento, alcuni studiosi cominciarono a elaborare una teoria sull’unità del genere umano, come unica specie costituita da individui potenzialmente dotati delle stesse facoltà mentali.
Nel corso dell’Ottocento l’interesse per i popoli esotici (americani, africani, orientali) si sviluppò ulteriormente, perché le maggiori potenze europee si impegnarono nella conquista di nuovi territori in Africa, Asia e Oceania.
Negli Stati Uniti la resistenza indiana fu piegata dall’esercito.
Fu nelle colonie extraeuropee e nelle riserve indiane che gli antropologi trovarono i luoghi privilegiati per i loro lavori.
https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcT-vAJTjqTe7n5QcCr_1xXYxDb0JZTZgz2BOMtD2i_ZTk4Q9959Kw